La storia dell’ipnosi è antica quanto quella dell’uomo: è, infatti, un’esperienza universale, in quanto ciascuno di noi, e chiunque ci abbia preceduto, ha sperimentato più volte nel corso della propria vita quella condizione mentale che viene definita TRANCE.
Quando compare spontaneamente, lo stato di trance può permettere alla persona di riposare seppur in stato di veglia, oppure di avere insight su come risolvere una situazione o un problema.
L’ipnosi ha avuto momenti di gloria, durante i quali le sue potenzialità come importante strumento di approfondimento della consapevolezza individuale sono state riconosciute ed utilizzate efficacemente e volontariamente; invece in altri periodi è stata considerata una pratica misteriosa, pericolosa, quasi magica o soprannaturale, strumento utilizzato per il controllo della mente, della volontà e del comportamento dell’ipnotizzato. In verità è stato ampiamente dimostrato che nessuna persona in stato di trance ipnotica potrà mai fare qualcosa che è contrario al proprio sistema di valori.
Recenti studi scientifici ne hanno sottolineato l’importante funzione terapeutica e trasformativa nel trattare e risolvere problematiche complesse: con l’ipnosi si possono curare molti disturbi psichici e fisici (quali ad esempio la dipendenza da sostanze, ma anche da relazioni disfunzionali), si può aumentare la soglia di tolleranza del dolore (analgesia ipnotica), si possono potenziare la memoria, la concentrazione e l’attenzione, aumentare le proprie energie, utilizzare al meglio le proprie risorse, ma soprattutto raggiungere un livello di consapevolezza e di conoscenza di sé e delle proprie reazioni che permette di apportare cambiamenti significativi nella propria vita. Per questo motivo la terapia ipnotica, o ipnoterapia, è una forma di comunicazione: permette di sciogliere i blocchi che impediscono alla persona di utilizzare nella propria vita quotidiana risorse di cui dispone ma alle quali non riesce ad accedere.
La trance ipnotica può essere indotta (e auto indotta) con diverse tecniche, alcune delle quali si definiscono dirette, altre indirette. In entrambi i casi la persona si trova in una situazione confortevole (corpo comodo) che possa facilitare uno stato di rilassamento.
La differenza tra le due è che le tecniche dirette utilizzano un tipo di stimolazione esterna, attraverso gli organi di senso: stimolazioni di tipo visivo, uditivo, cenestesico; le tecniche indirette utilizzano la comunicazione ed i suoi differenti aspetti: verbale, para verbale e non verbale (il tono di voce, le pause, il contenuto che veicola il proprio messaggio anche con l’utilizzo di metafore, paragoni, storie, immagini).
L’ utilizzo clinico delle tecniche indirette è relativamente recente e deriva dall’uso magistrale che Milton H. Erickson sapeva fare della parola. La finalità dell’induzione ipnotica è portare la persona a concentrarsi in modo sempre più profondo sulla propria interiorità, prendendo progressivamente le distanze dagli stimoli del mondo esterno per focalizzarsi su di sé e su quello che accade dentro di sé durante la trance.